venerdì 15 marzo 2024

Memory [Michel Franco , 2023 )

 




Memory (2023) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Anche questa volta per presentare la sua ultima fatica, il regista messicano Michel Franco sceglie il palcoscenico della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia: con le su precedenti opere il regista aveva ottenuto il Premio della Giuria per Nuevo Orden e lusinghieri giudizi da parte della critica per Sundown; Memory, appunto l'ultima fatica di Franco, film girato negli Usa, sembra a prima vista avere poche attinenze con i due precedenti, opere da considerarsi quasi estreme nella loro (differente) durezza.
Memory invece può apparire sin da subito come una atipica ed inusuale love story che però affonda le sue deboli radici in un contesto molto buio e , a suo modo estremo anche esso.
Sylvia vive da sola Brooklyn con la sua figlia adolescente ( non esiste il seppur minimo accenno a chi possa essere il padre, anche se poi capito il contesto generale del film lo si può facilmente immaginare...), lavora in una casa di riabilitazione assistendo soggetti fragili non autosufficienti, ha un passato alle spalle di alcolismo , dal quale si è liberata ormai da 14 anni, pur continuando a frequentare una associazione di alcolisti anonimi.



Una sera , molto controvoglia, accetta di recarsi ad una reunion di ex compagni di scuola del liceo che appena può abbandona per fare ritorno a casa.
Sulla via del ritorno si accorge che un uomo che aveva visto alla festa la sta seguendo ed una volta rifugiatasi in casa l'inseguitore si mette seduto in attesa sul marciapiede. Avendolo trovato ancora lì la mattina seguente, in stato confusionale , la donna riesce a rintracciare il fratello grazie al telefono dell'uomo.
Colpita, o forse meglio dire incuriosita da questo episodio, Sylvia mette in moto la sua memoria e si convince che l'uomo sia un vecchio compagno di scuola che le aveva usato violenza ai tempi del liceo, sfruttando il suo stato di ebrezza alcolica.
L'uomo però non ricorda nulla perchè affetto da una forma di demenza precoce e Sylvia ad una iniziale reazione ostile fa seguire una fase di ripensamento: è lui veramente il violentatore, amico di un fidanzato dell'epoca  che sfruttava lo stato di alcolismo di Sylvia per approfittare di lei? oppure quell'uomo ha frequentato la scuola quando lei già se ne era andata perchè trasferitasi altrove?
I due iniziano a frequentarsi con Sylvia che funge da dama di compagnia , ma ben presto il rapporto si fa più intenso e sfocia nell'amore.

mercoledì 13 marzo 2024

About Dry Grasses ( Nuri Bilge Ceylan , 2023 )

 




About Dry Grasses (2023) on IMDb
Giudizio: 9.5/10

Il Festival di Cannes è un po' la seconda patria di Nuri Bilge Ceylan, ormai quasi adottato, almeno a livello cinematografico, dalla Francia sempre presente come contributo produttivo nei lavori del regista turco; a tutta la serie di premi ricevuti aggiunge quest'anno quello per la migliore interpretazione femminile ( una magnifica Merve Dizdar) , che forse non sarà il più prestigioso sebbene l'ultimo lavoro sia opera degna di Palma d'Oro.
Ma al di là dell'importanza dei premi About Dry Grasses ( che in Italia uscirà-non si sa quando- grazie alla meritoria opera di Movies Inspired col titolo di Racconto di due stagioni) è l'ennesimo capitolo della filmografia di un cineasta tra i più grandi del Cinema contemporaneo, che troppo colpevolmente viene spesso dimenticato quando si tratta di citare i sommi interpreti della Settima Arte.
Siamo , come sempre soprattutto negli ultimi lavori, nel ventre molle della Turchia asiatica, quel lembo di terra che non è più Europa , che si prolunga verso l'Asia e nel quale l'inverno ricopre con la fitta coltre di neve tutto ( immagine che avrà un forte significato anche in questa opera...); Samet è un insegnante di arte che presta servizio in un piccolo villaggio dell'Anatolia, vive insieme ad un suo collega e spera in breve tempo di poter finalmente ottenere  un trasferimento ad Istanbul, convinto che quello della metropoli sul Bosforo sia il suo mondo, dove cultura e tradizione si abbracciano.



Samet vive questa situazione con rassegnazione nella speranza di finire presto il suo periodo di apprendistato in provincia (come pare preveda la legge turca riguardo alle professioni socialmente importanti-insegnanti,militari, poliziotti), non ha grossa considerazione dei paesani e dei colleghi della scuola, solo una ragazzina , Sevim, sembra suscitare in lui qualche interesse ( senza fraintendimenti, la tematica pedofila non è neppure minimamente accennata e alla fine lo scopriremo inequivocabilmente , ma una certa ambiguità comunque si genera, almeno all'inizio).
Proprio un episodio di per sè insignificante in cui Samet mostra però la sua meschinità larvata, fa sì che dalla scuola , su segnalazione di due allieve, vengano mosse a lui e al suo collega coinquilino, accuse di aver avuto atteggiamenti non consoni verso le allieve; il tutto si risolverà con un nulla di fatto dal punto di vista disciplinare , tutto verrà sepolto sotto metri di neve, ma qualcosa nei due insegnanti ormai è scattato, anche perchè in qualche modo non vengono più visti come prima da parte degli allievi e dei colleghi.
Nello stesso momento i due iniziano a frequentare una loro collega, Nuray, insegnante di inglese, attivista politica, che insegna nella vicina città e che i due conoscono quasi come in un appuntamento al buio: dapprima Samet è disinteressato alla donna , ma quando vede l'amico Kenan stringere con lei  amicizia sono ancora la sua acrimonia e meschinità a prendere piede.
L'irruzione nella storia di Nuray ha l'effetto di portare a galla in Samet quello che ristagna nel suo profondo, la sua idea di socialità e di egoismo, il suo (dis)impegno politico, il suo individualismo, il suo accidioso nichilismo, il tutto espresso in una delle scene più belle che il Cinema abbia mai mostrato negli ultimi anni.
Passato l'inverno, finita la scuola, ottenuto (almeno pare) il trasferimento di Samet ed esplosa l'estate vediamo i tre in gita presso un sito archeologico e la fine poetica e filosofica di un film che riesce a toccare a vari livelli coscienza ed emotività in una atmosfera che mescola la rassegnazione e il crepuscolare.
L'osservazione che viene mossa abitualmente a Ceylan è quella di fare sempre lo stesso film, cambiando solo qualche contesto e qualche situazione: ammesso che ciò sia vero, comunque il regista turco , in questa ipotetica rigorosa fedeltà a se stesso, riesce sempre a raccontare qualcosa che riesce a coinvolgere e ad avvolgere , non sprecando mai neppure un minuto dei suoi mastodontici lavori.

lunedì 4 marzo 2024

La zona d'interesse [aka The Interest Zone] ( Jonathan Glazer , 2023 )

 




The Zone of Interest (2023) on IMDb
Giudizio: 10/10

Schermo nero, titolo scritto in bianco che campeggia nel centro; lentamente il bianco svanisce, il nero rimane e una musica stridente  che dapprima raggela poi lascia spazio a note che sembrano provenire da un baratro che sprofonda nella terra; note che solcano lo schermo nero, in mezzo qualche rumore metallico, forse addirittura  delle voci lontane, il tempo passa... Poi lentamente qualche cenno di vita si fa strada: cinguettii lontani, sempre più frequenti e più limpidi e alla fine dopo alcuni minuti interminabili il mondo si apre , squarciando il nero dello schermo con una immagine bucolica anche essa interminabile, piano fisso in lontananza che riprende scene d'estate su una riva di un fiume, qualche mormorio , qualche gesto lontano.
In questo inizio tra i più strazianti e drammatici possibili, Jonathan Glazer cala il biglietto da visita della sua personale (e geniale)  lettura dell'abominio nazista: aguzzate le orecchie, sembra avvertire, perchè non vedrete nulla ma ascolterete quello che a volte, soprattutto senza vedere, può essere più lacerante e raccapricciante di ogni cosa; il Cinema, arte visiva per eccellenza, nata senza parole, al massimo una musica ad accompagnare, demanda al suono, quello generato non dagli strumenti musicali bensì dalla follia umana, il racconto di una delle più grandi tragedie dell'umanità, uno dei trionfi più assurdi del male e della follia lucida dell'uomo.



La famigliola che vediamo in riva al fiume , in quello che potrebbe sembrare quasi un quadro impressionista, è quella di Rudolf Hoss, gerarca nazista , comandante del campo di sterminio di Auschwitz; c'è la moglie , i figli, dei ragazzi ospiti che si godono il sole e il bagno nel fiume.
Giunti a casa , di ritorno da questa giornata di sole e riposo, capiamo chiaramente che quella che sembra una casa linda e pinta circondata da un bel giardino con tanto di orto e serra ha come muro confinante quello del campo di concentramento di Auschwitz: un casa e lavoro perfetto per uno che deve occuparsi di far funzionare alla perfezione la fabbrica di morte che dirige.
E qui piano piano cominciano ad entrare nelle nostre orecchie, già messe in allerta dal prologo, rumori lontani che però non lasciano dubbi: grida disperate, risate oscene, colpi di arma da fuoco, il rumore incessante , come quello di un maglio che non si ferma mai, dei forni crematori che rilasciano senza tregua nuvole di fumo, ordini urlati con voci da esseri demoniaci.
E' il Truman Show, il grande fratello antelitteram del nazismo e dei suoi fedeli servitori: Glazer con una scelta geniale, degna di un grandissimo cineasta, prende spunto dal romanzo omonimo dello scrittore inglese Martin Amis, che per un incredibile scherzo del destino muore negli stessi giorni in cui il film di Glazer viene presentato a Cannes, per costruire , primo probabilmente nella storia del cinema, un racconto dell'Olocausto con la prospettiva dei carnefici, dipingendo i nazisti non come dei "mostri" come troppo spesso vengono identificati, di fatto deumanizzandoli e ponendoli in un mondo quasi avulso dal nostro, ma come dei personaggi mediocri, delle larve umane , incapaci di poter distinguere neppure lontanamente il bene dal male, dei borghesotti in cerca di gloria forti della loro ideologia inculcata da grottesche figure subumane.
Scegliendo di mostrarci Hoss e la sua bella famigliola che vive la propria esistenza in tutta tranquillità, nell'agio più completo, facendo crescere i figli ad un passo da quella fabbrica di morte ed abiezione che è stata Auschwitz, non solo ci mostra come dei mediocri personaggi fossero gli attori della messinscena della banalità del male, ma lo fa sfruttando la tecnica e l'arte cinematografica come raramente si è visto nella storia della settima arte.
I piani fissi interminabili, quasi dei quadri, sempre a distanza, mai un primo piano, una astrazione visiva che rasenta la spersonalizzazione dei personaggi, domina soprattutto la prima parte del film, con quel sottofondo sonoro che fa contorcere le budella a noi ma che a loro  non risulta neppure un po' fastidioso; la cenere invece no, quella dà fastidio quando ci sono i panni stesi, e anche quel muro di cinta , meglio far crescere delle belle viti che lo nascondano un po' per non turbare i pomeriggi in giardino con gli amici.
E' questa totale normalità che rende La zona di interesse un film che lascia senza parole, che non riesce neppure ad indignare; è quel suono continuo , quel misto di dolore e lamenti, di follia e di brutalità che rimane nelle orecchie che dà la vera misura dell'atrocità, senza che essa venga mai mostrata.

martedì 27 febbraio 2024

Next Sohee ( Jung July , 2022 )

 




Next Sohee (2022) on IMDb
Giudizio: 8/10

Confermando tutto quanto di buono fatto vedere nella sua opera prima , A Girl at my Door del 2014, presentata a Cannes e accolta con grande favore dalla critica, la regista coreana Jung July a 8 anni di distanza si cimenta con la sua opera seconda che quanto la prima ha un forte carico di impegno civile e di denuncia sociale: Next Sohee è pellicola nella quale la regista mette drammaticamente a nudo alcuni aspetti della realtà della società coreana nei quali soprattutto i giovani subiscono pesantissimi condizionamenti , quando non delle autentiche violenze psicologiche.
La protagonista della storia è una Sohee, giovane ragazza all'ultimo anno di liceo , con una grande passione per la danza; come prevede la legge coreana la ragazza sotto la supervisione della scuola viene avviata al percorso di integrazione al lavoro, istituto che da alcuni anni sta prendendo piede anche da noi, e viene assunta come stagista in un call center di una società che gestisce servizi legati alla connettività digitale.
Sohee inizia il suo lavoro con grande entusiasmo, nonostante il suo primo approccio è tutt'altro che positivo e ben presto inizia a rendersi conto che quel tipo di lavoro che prevede anche capacità da venditore di fumo non fa per lei; inoltre dovrà anche fare i conti con dei capireparto e con il vertice della società che spingono i lavoratori verso una competitività feroce che poco si adatta al carattere mite e controllato della ragazza.



La morte per suicidio di un caporeparto prima, una serie di imbrogli che Sohee  deve subire sulla sua pelle, una lunga fila di umiliazioni che deve sopportare nonostante abbia cercato in tutti i modi di aumentare la sua produttività riuscendoci pure, causeranno una deflagrazione nella psiche della ragazza, che ben presto si renderà conto di essere diventata un ingranaggio di un grande sistema di sfruttamento e di vessazione.
Sohee non reggerà la pressione e si ucciderà.
A quel punto il filo conduttore del film passa nelle mani della detective Yoojin, chiamata ad indagare sulla morte della ragazza che viene ritrovata senza vita in un lago, risultando sin da subito chiaro che non si trattasse di omicidio.
Una staffetta anche narrativa tra Sohee e la detective , che sotto molti aspetti sembrano avere qualcosa in comune ed un seppur brevissimo, quasi impercettibile contatto prima che la ragazza si togliesse la vita.
La detective inizialmente sembra occuparsi quasi contro voglia del caso, intuiamo che c'è qualcosa nel suo passato che la incupisce; ma quando diventa chiaro che la morte di Sohee pur non essendo  tecnicamente un omicidio , di fatto è  quasi una induzione al suicidio, Yoojin inizia ad affrontare il caso con piglio diverso, con grande impegno, spinta dalla volontà di rendere giustizia alla ragazza: quasi una missione sostenuta da un senso di giustizia prima di tutto civile.

lunedì 19 febbraio 2024

Record Without Words / 沉默笔录 ( Hao Feihuan / 郝飛環 , 2023 )

 




Chen Mo Bi Lu (2023) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Negli anni '90, in concomitanza dei primi passi verso il liberismo economico che in breve tempo avrebbe stravolto il tessuto sociale cinese, essendoci una cronica carenza di personale impiegato nelle forze di polizia ed un considerevole aumento della piccola e media criminalità, alcuni aspetti dell'ordine pubblico venivano gestiti dalle squadre di sicurezza cittadine di cui i piccoli villaggi o i quartieri nelle città più grandi si erano dotati; ovviamente si trattava di forze non di polizia , ma costituite da civili cui veniva demandato il controllo del territorio. 
Questa opera prima del regista cinese Hao Feihuan è ambientata nei primi anni 90, in un piccolo villaggio della provincia cinese, e il protagonista, Li Lizhong, è proprio un membro di questa milizia civile, arruolato sin da giovane grazie ai buoni uffici del padre, di recente morto in circostanze misteriose.



Quando alcuni cani vengono trovati morti, subito si pensa ad un serial killer e la milizia di Li viene incaricata di svolgere le indagini; all'interno del gruppo , composto da personaggi a loro modo anche pittoreschi, c'è anche il vecchio Zhou Shengkui, un amico di vecchia data del padre di Li , che è visto da questo con occhi non molto benevoli in quanto sospetta una eccessiva vicinanza alla madre rimasta vedova.
Quando nel tentativo di acciuffare il killer dei cani, dalle tasche del sospetto cade il portafoglio appartenuto al padre di Li, tutto il fatto inizia ad assumere contorni più inquietanti, facendo crescere fortissimo il sospetto che la morte del padre sia in qualche maniera legata al presunto killer dei cani.
Che il vecchio Li sia morto in circostanze molto sospette è una idea che balena da subito nella testa del giovane Li, a partire dalla ambigua scena iniziale e ad una serie di dialoghi surreali tra il ragazzo e il padre morto, che avvengono ovviamente nella mente e nella fantasia di Li.
Ed in effetti la storia si svilupperà proprio intorno a questo legame tra i cani morti e la drammatica fine del vecchio Li, confermando i sospetti del giovane protagonista.
Strutturato come un crime dai canoni classici del neonoir cinese, presentato al Festival di Pingyao e con la partecipazione alla produzione di Jia Zhangke, Record Without Words è opera interessante che mostra anche una  struttura abbastanza articolata per essere un'opera prima.
All'interno del giallo incentrato sul killer dei cani e sulla morte di Li, il regista Hao arricchisce il film di altre tematiche che lo rendono di buona fattura e con vari livelli di lettura
Ad esempio il rapporto padre-figlio tra il giovane ed il vecchio Li, raccontato attraverso la descrizione di un rapporto conflittuale che si nutre di odio che neppure la morte improvvisa e drammatica dell'uomo riesce a sanare, anzi il finale , dalle tinte cupe, non farà altro che delineare bene i contorni di questo conflitto personale.

giovedì 15 febbraio 2024

Povere Creature ! [aka Poor Things] ( Yorgos Lanthimos , 2023 )


 



Poor Things (2023) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Erano parecchi anni , come confermato dallo stesso Yorgos Lanthimos, che il regista aveva in mente di metter mano al romanzo dal titolo omonimo di Alasdair Gray: finalmente nel 2021 iniziano le riprese e l'opera vede la luce alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno , dove conquista il Leone d'Oro , per poi fare incetta di nomination per la serata degli Oscar che si terrà a breve.
Al di là di tutto quanto si possa dire su questo film, di certo Povere Creature! è un'opera di svolta nel percorso cinematografico del regista, non tanto perchè ormai sembra abbia definitivamente lasciato alle spalle la sua esperienza autoctona greca, ma soprattutto per la maturità che mostra in questo lavoro, da troppi considerato un po' troppo superficialmente una pellicola leggera, quasi una favoletta adulta moderna, con qualche divagazione sociale.
Povere Creature! è invece opera di grande impatto, completa, addirittura complessa in alcuni aspetti, oltre che di grande valore visivo, che sembra costituire una giusta sintesi degli aspetti del cinema di Lanthimos, nella quale sono inseriti svariati riferimenti , se non quando vere e proprie citazioni.



Godwin Baxter (per tutti God , occhio al nome...) è un medico di epoca vittoriana, dal volto deturpato e dal fisico abusato dal padre che lo usava impietosamente come cavia per esperimenti ; novello dottor Frankenstein salva una giovane donna incinta buttatasi nel fiume , le trapianta il cervello del feto che ha in grembo e la rianima, dando vita ad una creatura dalle fattezze esterne di una giovane donna ma dal comportamento e dal linguaggio di una bambina che impara 20 parole nuove al giorno e a cui  i capelli crescono di svariati cm al dì.
La ragazza ribattezzata col nome di Bella ( anche questo non è un nome casuale) tratta Godwin come fosse un padre creatore, non a caso è con il nome di God che lo chiama, si muove in modo sgraziato, a metà strada tra la bambola e una bambina di un anno, è totalmente priva di inibizioni anche perchè God l'ha sempre gelosamente tenuta lontana dal mondo esterno, vicine alle altre sue creature ibride ( galline con teste di cane, papere a quattro zampe a altri esseri costruiti con un assemblaggio curioso) , ma ha un intelletto vivace e vorace, che vorrebbe apprendere il più possibile; quasi un freak perfetto: una donna con un cervello da infante.
God volendola tenere lontana dal mondo esterno assolda uno dei suoi studenti più brillanti per studiare giorno per giorno i comportamenti di Bella ed in breve Max, il giovane dottore , se ne innamora e le propone di sposarsi.
Ma ormai Bella sembra essere diventata fuori controllo, la sua sete di conoscere e sperimentare ogni cosa nuova del mondo che la circonda la rende un essere famelico, a cominciare dalla scoperta della sua sessualità, motivo per cui, senza che God si opponga , decide di partire per un viaggio col playboy dandy Duncan, l'avvocato chiamato a stilare il contratto di matrimonio.
Il viaggio, in una atmosfera che oscilla tra il fiabesco ed il surreale, la porterà a conoscere nuove città e persone, la miseria e la morte, a sperimentare le varie forme di sesso per poi mollare, dopo averlo rovinato, il misero Duncan: un perfetto racconto di formazione con un finale tra il divertito e il brillante, dopo aver sfiorato il dramma.
Vuoi per il suo forte impatto visivo ( eccellente la fotografia di Robbie Ryan ) vuoi per il ritmo che grazie all'alternarsi di momenti fantastici e fiabeschi ad altri invece drammatici si mantiene vivace, le due ore e venti minuti di Povere Creature ! passano senza alcun momento di stanca anche grazie ai continui cambi di registro del film: si parte con un colore desaturato in clima da pieno romanzo gotico, si passa poi a scenografie e a ricostruzioni di città che richiamano alla lontana Wes Anderson, ci si trova immersi in un racconto carroliano ambientato in epoca vittoriana, nel suo sfiorare il dark sembra scorgersi l'ombra di Burton, altre volte sembra di immergersi in un cartoon, mentre a sprazzi c'è anche un richiamo al Todd Browning di Freaks ; insomma Povere Creature! dal punto di vista strutturale è opera molto stratificata, che diventa poi ancora più solida quando si vanno ad analizzare i contenuti del racconto.

lunedì 12 febbraio 2024

Cobweb ( Kim Jiwoon , 2023 )

 




Cobweb (2023) on IMDb
Giudizio: 8/10

Dopo 13 anni, da quando cioè lasciò il segno con I Saw the Devil, Kim Jiwoon torna a colpire in maniera decisa , lasciandosi alle spalle un paio di prove  non eccelse: Cobweb è infatti un'opera nella quale il regista coreano tributa un grande e sentito omaggio , divertito ed ironico, ad una stagione cinematografica del suo paese, quella degli anni 60-70 , che ha costituito l'inizio della rinascita, attraverso un'opera che nonostante la sua durata (due ore e 15 minuti) risulta piacevole e divertente.
La storia è ambientata nei primi anni 70 e vede protagonista il regista Kim Kiyeol, alle prese con la sua opera seconda; proprio quando ormai le riprese sono terminate e si passa alla fase di postproduzione, Kim subisce una illuminazione che lo porta a rivedere il finale del film che sta concludendo, solo qualche piccolo ritocco che però necessita di altri giorni di ripresa, cosa che trova pienamente contraria la produttrice Baek , che fra l'altro è anche la moglie di un famoso regista  morto in circostanza tragiche e che è stato il mentore e pigmalione di Kim.



Approfittando della partenza di Baek per il Giappone e dei buoni uffici della sua nipote  Mido che in sua assenza gestisce la produzione del film e che del regista è una fan adorante e fanatica, Kim decide di girare per altri due giorni il finale alternativo che farà del film un capolavoro, confidando sulla sua visione quasi messianica  avuta e mettendo sdegnosamente da parte ogni problema legato alla censura che dovrà rivalutare la pellicola,  agli oneri finanziari del prolungarsi delle riprese, senza contare il malcontento di attori e crew che debbono rivedere i loro programmi.
Da qui in poi il film, grazie ad un ritmo a tratti forsennato, ma sempre con una convinta verve brillante, diventa una fucina di eventi nella quale è racchiuso in piccolo tutto il mondo del cinema dell'epoca, ben lungi dall'essere quella fabbrica perfettamente funzionante e tecnologica che è diventato oggi.
Ecco quindi che si scoprono tresche tra attori e attrici, invidie e avversioni reciproche, aspirazioni frustrate, acciìuse reciproce neppure tanto velate, furti misteriosi e poi visite inaspettate di funzionari governativi che debbono capire se il film non contiene messaggi filocomunisti, situazioni al limite del comico per tenere lontani occhi indiscreti dal set, attori che si ubriacano e Kim che deve pure fare una parte in sostituzione di uno degli attori; l'importante è che i censori vedano nel film un po' di comunisti morie, non importa come ,basta ce ne siano, affinchè il film possa passare le forche caudine.
Naturalmente di tutto ciò a Kim non interessa nulla, spinto come è  , quasi con una forza soprannaturale, alla costruzione del suo capolavoro: " Il talento è credere in se stessi" ripete  quasi come un mantra per andare dritto al bersaglio.
Nel sottofinale scopriremo poi un po' di cose che saranno i tasselli finale che faranno da puntelli definitivi al racconto.

sabato 10 febbraio 2024

Napoleon ( Ridley Scott , 2023 )

 




Napoleon (2023) on IMDb
Giudizio: 5/10

La figura di Napoleone Bonaparte nel cinema ha più spesso avuto un effetto respingente sui registi che uno invece stimolante: sebbene esistano  svariate opere , alcune delle quali datano ormai quasi cento anni, prodotte in epoca di muto e bianco e nero, ove si escluda il Napoleon di Abel Gance del 1927 opera basilare della cinematografia francese, sono pochissime quelle che si ricordano come pellicole importanti; viceversa si conosce con certezza il fatto che numerosi registi, Kubrick persino, hanno per una vita intera rincorso la possibilità di dirigere un film sull'imperatore dei francesi, rinunciando di fronte alla impossibilità di poter maneggiare in maniera compiuta un personaggio di tale portata e complessità e l'epoca storica in cui è vissuto.
Nel 2020 Ridley Scott decide di mettere in cantiere un lavoro incentrato sulla figura di Napoleone Bonaparte e nel 2023 l'opera dell'ottantaseienne regista britannico vede la luce nei cinema prima e sulla piattaforma di streaming di Apple poi.



Il Napoleon di Scott va ad aggiungersi però alla lista di opere che per un motivo o per l'altro non risultano imprescindibili nella filmografia su un personaggio storico della portata di Bonaparte: il suo infatti è un tentativo di voler raccontare il personaggio quasi svincolato dal contesto storico , incentrando la sua figura non tanto sul ruolo avuto nei destini della Francia e dell'Europa, quanto invece sul suo rapporto personale con la moglie Giuseppina.
Il racconto su Napolene parte dal 1789, anno in cui la Francia fu travolta dalla Rivoluzione e dalle turbolenze che la seguirono; assistiamo quindi al giovane Napoleone, ufficiale di artiglieria, che presenzia alla decapitazione per mezzo della ghigliottina della regina Maria Antonietta nel 1793 e lo seguiamo fino alla fine dei suoi giorni sullo scoglio in mezzo all'Oceano dove morì in esilio.
Già il volere affrontare quasi trent'anni di vita di uno dei personaggi più complessi ed importanti della storia dell'umanità, dalla Rivoluzione Francese al fatidico 5 maggio del 1821, è impresa ardua seppure in oltre due ore e mezza di pellicola (forse la director's cut di quattro ore d durata, di prossima uscita su Apple Tv ,potrà in parte risolvere il problema), se poi si vuole concentrare la prospettiva narrativa su alcuni aspetti, tralasciando in maniera completa altri fondamentali, è facile comprendere come il tratteggio del personaggio che ne risulta non possa che essere parziale e riduttivo.
Il problema del Napoleone di Scott è che il personaggio, di cui il regista mette in atto una sorta di demitizzazione in favore di uno sguardo più concentrato sulle sue caratteristiche umane, non ha profondità, spesso vaga sullo schermo quasi smarrito non dando certo l'impressione di essere quella fucina di volontà e di despotismo che faceva di lui un astuto generale e un politico pragmatico.

martedì 6 febbraio 2024

Across the Furious Sea / 涉过愤怒的海 ( Cao Baoping / 曹保平 , 2023 )

 




Across the Furious Sea (2023) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Con sette opere all'attivo nell'arco di quasi un ventennio, Cao Baoping, si è imposto come uno degli autori più interessanti e anticonvenzionali del cinema cinese , da qualcuno inserito fra i registi della Quinta Generazione, da altri considerato più affine invece a quelli della Sesta Generazione, grazie sopratutto al suo sguardo sempre molto attento alle problematiche sociali derivate dalla profonda trasformazione che ha subito la società cinese in questi ultimi anni; i suoi lavori hanno oscillato tra il thriller e la dark comedy, con atmosfere e tonalità tendenti spesso al cupo, ma non disdegnando una certa dose di umorismo e sarcasmo.
Lasciando da parte Perfect Blue, film ufficialmente del 2022 di cui però si san ben poco, questo Across the Furious Sea vede la luce a sette anni di distanza dal divertente Cock and Bull una riuscita summa di generi e di riferimenti cinematografici; in verità anche quest'opera di Cao , come non di rado è successo a causa della censura, ha avuto una storia piuttosto tribolata, ufficialmente in ragione della pandemia da Covid-19 che ne avrebbe congelato la produzione e l'uscita.
In effetti la pellicola di Cao potrebbe prestarsi a qualche colpo di scure censorio, ma in questi ultimi anni i funzionari incaricati di rilasciare il fatidico dragone che campeggia nell'incipit dei film cinesi, sembrano avere spostato il bersaglio della loro opera; per quanto riguarda il film di Cao c'è comunque un cosante riferimento ad una morale e comunque i cattivi non sono poliziotti , motivo per cui probabilmente , come si dice, il film non ha subito alcun intervento della censura, nonostante alcuni momenti alquanto disturbanti.



Lao Jin gestisce uan flotta di pescherecci con i quali si trova spesso a sfidare le autorità di un non precisato paese confinante allorquando sconfina con le sue reti nelle acque territoriali straniere; il suo obiettivo è guadagnare più possibile per permettere alla giovane figlia Nana di continuare a frequentare l'università in Giappone; ha un matrimonio alle spalle finito male e la custodia della ragazza sin da quando aveva otto anni.
Improvvisamente arriva la notizia che la ragazza è scomparsa da alcuni giorni in Giappone, motivo per cui Jin parte per recarsi alla sua ricerca , cosa che fa anche la sua ex moglie con la quale si incontra a Kyoto dove Nana studiava; dopo poco il corpo della ragazza viene trovato, uccisa da numerose coltellate e il primo sospetto diventa un ragazzo cinese anch'esso che frequentava la ragazza che Jin cerca di fermare per avere notizie non riuscendoci in quanto quest'ultimo riesce a fuggire in Cina.
Da questo momento in poi Jin , accecato dalla smania di vendetta cercherà di farsi giustizia da solo, trovandosi però nella condizione di poter pretendere poco dalle autorità cinesi in quanto il caso è di gestione giapponese.
Il ragazzo sospettato , Miaomiao , è un bulletto esaltato con il coldplay e con un sapiente gioco di incastri di piani temporali veniamo a sapere come i due si sono conosciuti instaurando una relazione insana; oltretutto il ragazzo è figlio di una famiglia di "nuovi ricchi" disgregata in cui la madre ha mollato il marito ma che in occasione del fatto torna a prendersi cura di Miaomiao.
Sin da subito è chiaro che la famiglia del giovane soffre di problematiche profonde che si riveleranno drammatiche e che forse la prospettiva con cui concosciamo gran parte della storia , che è quella di Jin, probabilmente non è del tutto esatta.
Utilizzando il gioco di prospettive, di intrecci, di verità e menzogne, manovrando sulla storia grazie a colpi di scena più o meno attesi e spostando sempre più in alto l'asticella dello sconcerto e l'angoscia per quanto accaduto, Cao Baoping costruisce un film di quasi due ore e mezzo che non perde praticamente  mai  ritmo e tensione narrativa; ogni volta che si pensa di essere giunti al capolinea della storia c'è ancora qualche altro tassello da dover mettere a posto che squarcerà qualche altro velo che nasconde qualcosa.

mercoledì 31 gennaio 2024

Il ragazzo e l'airone ( Hayao Miyazaki , 2023 )

 




The Boy and the Heron (2023) on IMDb
Giudizio: 9/10

Dieci anni dopo quello che doveva essere il lavoro d'addio, proposito per fortuna durato solo quattro anni, Miyazaki Hayao porta a termine  quello che può ben definirsi come una sorta di testamento spirituale cinematografico e personale: magari il Maestro ci regalerà ancora qualche lavoro, ma Il ragazzo e l'airone rimarrà probabilmente per sempre a imperitura memoria come il suo ultimo atto artistico, proprio perchè , pure essendo opera in alcuni tratti persino difficile e ostica, contiene sia un compendio del suo ideale cinematografico che un resoconto della sua esperienza personale e artistica.
Ispirato , ma in maniera molto labile, quasi esclusivamente come spunto, al romanzo di formazione giovanile  E voi come vivrete? scritto da Yoshino Genzaburo nel 1937, Il ragazzo e l'airone , ambientato in pieno periodo bellico , vede come protagonista Mahito, un adolescente costretto a rifugiarsi in campagna col padre dopo la dolorosa scomparsa della madre morta in un incendio; qui , in quella che era la magione di famiglia della mamma , vive la zia Natsuko, divenuta la compagna del padre da cui aspetta un bambino; il ragazzo non vive serenamente la situazione in cui si trova e oltre tutto trova opprimente il senso di protezione che su di lui instaura la zia che si prende cura di lui quando il padre è assente impegnato col lavoro nella sua fabbrica di componenti per aerei da guerra (chiaro rimando autobiografico del regista).



Mahito vorrebbe trascorrere le giornate vagando nel grande parco che circonda la villa che confina con una foresta fitta e che sembra nascondere una grande torre apparentemente in rovina, ma si trova sempre pedinato dalle governanti della casa e dalla zia stessa.
A perseguitarlo c'è anche uno strano e petulante airone cinerino che vorrebbe portarlo all'interno della torre promettendogli che lì avrebbe potuto incontrare sua madre defunta; quando la zia scompare e intenzionato a cercarla per salvarla, Mahito finalmente cede alle lusinghe dell'airone ed entra nella torre misteriosa: "fecemi la divina potestate" campeggia scritto sulla porta di questa austera e vetusta torre e oltrepassata, come Dante all'inferno, il ragazzo si ritrova in un mondo fantastico dove la realtà può assumere forme diverse, come ad esempio l'airone che altri non è che uno strambo personaggio umanoide che diventa il suo Virgilio in questo viaggio in un mondo abitato da vivi, da ancora non vivi e da morti, dove incontra la governante cui è affidato con cinquanta anni di meno, la mamma adolescente e dove tutto è regolato dalla volontà di un personaggio che scoprirà essere il suo prozio che costruì la torre , autentico deus ex machina di un mondo che vive su un labilissimo equilibrio armonico grazie ai poteri magici del prozio stesso, conferitigli da una pietra magica piovuta dallo spazio e che domina il mondo come un monolite kubrickiano.
Mahito secondo i voleri dello zio dovrebbe diventare il suo erede e mantenere quell'equilibrio che consente a quel mondo dove le anime transitano prima di poter nascere e diventare esseri viventi, dove esistono comunità di pellicani malvagi e di parrocchetti diligentemente inquadrati come una società organizzata , di poter continuare ad esistere nella sua armonia.
Sarà un viaggio che possiede la forza della metafora della crescita personale e del processo di formazione, del superamento del lutto e della presa di coscienza della propria esistenza al mondo; Mahito però vuole rimenare legato al mondo reale, quello imperfetto, dove imperversa la guerra, dove il dolore per una perdita è straziante, piuttosto che ad uno che si basa su  una labilissima armonia.

sabato 27 gennaio 2024

Monster ( Kore-eda Hirokazu , 2023 )

 




Monster (2023) on IMDb
Giudizio: 9/10

Quattro anni è durata la lontananza cinematografica di Kore-eda Hirokazu dal suo Giappone: l'esperienza francese prima e coreana poi , oltre a portare in dote il consueto bagaglio di premi e riconoscimenti, ha dimostrato come il regista sia stato capace di produrre due opere  apprezzabili, non cadendo nella trappola che troppo spesso, soprattutto per i registi asiatici, si è dimostrata l'esperienza all'estero e soprattutto in Europa.
Il Festival di Cannes, dove Kore-eda è abituale ospite, ha tributato a  Monster il Premio per la migliore sceneggiatura, scritta da Yuji Sakamoto, unica pellicola, insieme a Moborosi , la sua opera prima, in cui il regista non figura anche come sceneggiatore e dove ha ricevuto giudizi dalla critica positivi.
La storia, che presenta un tripartitura informale ma strutturalmente chiarissima e di cui parleremo poi, inizia con un incendio che divora un palazzo di una città di provincia giapponese, da un balcone una giovane donna e un ragazzino osservano e quest'ultimo chiede " se ad un uomo trapiantano il cervello di un maiale , è un essere umano o un maiale? " , stupita della domanda la donna chiede chi gli ha detto una cosa simile , e il ragazzo risponde che è stato un insegnante della scuola che frequenta.
In questo microscopico prologo e nelle parole del ragazzo c'è il centro della tematica che sta alla base di Monster.



Saori è la mamma di Minato, ragazzino che frequenta quelle che da noi sono le scuole medie, il padre del ragazzo è morto giovane ed il figlio vive ancora nel mito paterno, ma negli ultimi giorni la madre si accorge che Minato si comporta stranamente: è scontroso, silenzioso, tende ad isolarsi e soprattutto ha dei segni sul corpo che lascerebbero intendere a qualche percossa ricevuta, solo dopo numerose insistenze e di fronte a una mezza ammissione del ragazzo, Saori si convince che il figlio abbia subito maltrattamenti da un insegnante per cui si reca alla scuole per chiedere spiegazioni e di fronte all'ammissione molto formale da parte della preside, in presenza del presunto colpevole, Hori, appunto uno degli insegnanti della classe di Minato, Saori pretende una spiegazione che sia meno omertosa da parte della scuola, da parte loro gli insegnanti sostengono che Minato sia violento con alcuni compagni e che si comporti da bullo.
Appare subito chiaro insomma che la situazione è ben lungi dall'essere ben definita e molti dubbi permangono su come siano andate realmente le cose, anche in funzione delle testimonianze degli altri alunni della scuola; sta di fatto che Minato appare troppo spesso come un soggetto problematico e l'unico compagno che frequenta è Yori, un ragazzino mansueto dal sorriso intriso di tenerezza.
Quando si cominciano a profilare i contorni della storia che sembrano emergere da una fitta coltre di nebbia narrativa e che sembrano portare verso ipotesi inquietanti, torniamo da capo, all'incendio del palazzo , e quello che avevamo visto e ascoltato fino ad allora non era altro che la prospettiva di Saori; a questa seguirà , come un rewind programmato , la prospettiva del maestro Hori, e poi quella di Minato.
Quasi un thriller insomma, che però del thriller non ha nulla se non questo riuscitissimo , e tutto sommato anche abbastanza utilizzato, gioco di prospettive, di sguardi, di verità , di supposizioni che pone il film sotto una luce ben diversa da quella che si era strutturata nella prima parte.
Se la struttura filmica di Monster, sostenuta da una attenta e misurata , come sempre , regia di Kore-eda è un po' il cardine narrativo su cui si regge la storia, i contenuti dell'opera sono molteplici e ci offrono uno sguardo un po' diverso da parte del regista: non inganni il ricorso ad una storia di ragazzini e famiglie a pezzi che costituisce il marchio di fabbrica del cinema di Kore-eda perchè questa volta c'è dell'altro in Monster, una sorta di deriva annunciata , verso altre tematiche che siano anche innovative per il cinema del regista giapponese.
Cosa è dunque Monster? L'opera di Kore-eda è un film sulla diversità, sulla percezione di questa e sulla sua accettazione , individuale e sociale; spesso sentiamo dire nel film "Io sono il mostro" da uno dei due  ragazzini protagonisti della storia quasi ad esorcizzare l'epiteto che nasconde omofobia, razzismo, grettezza, ma soprattutto è il racconto di una lotta per scindere in maniera netta il binomio diversità-malattia, attraverso una critica sociale alla scuola e alla famiglia ; la prima per il suo patetico formalismo ( la scena degli incontri di Saori con il preside e gli insegnanti è al limite del surreale , pur tenendo in considerazione quanto i giapponesi siano legati alle loro ritualità sociali) la seconda per la sua forza destruente nel colpire i più giovani attraverso padri alcolizzati e storie di abbandono; la difesa della diversità contro il bullismo e la violenza diventa quindi anche la critica feroce del perbenismo e della omogeneizzazione della società.

lunedì 15 gennaio 2024

Perfect Days ( Wim Wenders , 2023 )

 




Perfect Days (2023) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Nel 1983, fresco vincitore della Palma d'Oro alla Mostra di Venezia del 1982 con Lo stato delle cose e ormai divenuto uno degli esponenti di punta del Cinema Europeo che si proiettava verso la modernità, durante la lavorazione di Paris, Texas che gli regalò a sua volta nel 1984 la Palma d'Oro a Cannes, Wim Wenders intraprese un viaggio a Tokyo alla ricerca delle tracce cinematografiche di quello che lui ha sempre considerato come uno dei registi ispiratori della sua opera,  Ozu Yasujiro, morto circa vent'anni prima ;  attraverso la raccolta di interviste e colloqui con alcuni collaboratori del maestro giappomese, oltre che lunghe riprese che volevano rappresentare la vita frenetica che animava la capitale del Giappone, presentò due anni dopo, nel 1985 , il documentario Tokyo-Ga, , autentico appassionato omaggio ad Ozu e alla cultura giapponese in genere.
Oltre 40 anni dopo, giunto ormai alla soglia degli ottanta anni, peraltro ottimamente portati e con alle spalle una serie di grandi opere che ne hanno fatto una delle voci più importanti del Cinema contemporaneo, il regista tedesco ha intrapreso un nuovo viaggio in Giappone, idealmente quasi una chiusura di un cerchio iniziata appunto nel 1983 con un omaggio ulteriore ad Ozu, sebbene non esplicitamente dichiarato come fu per Tokyo-Ga.



Con Perfect Days, ricoperto da elogi e giudizi lusinghieri a Cannes dove è stato presentato e premiato, Wenders infatti decide di raccontarci la sua visione della vita , attraverso un uomo semplice che vive ogni momento con lo spirito di chi ha gli occhi e l'animo per vedere e sentire la bellezza di una esistenza fatta di piccole cose e di momenti di ispirazione: un classico personaggio alla Ozu, appunto, che attraverso il racconto della vita quotidiana ha mirabilmente immortalato la società giapponese a partire dagli anni tra le due guerre e i primi anni 60.
Hirayama (nome non scelto a caso per il protagonista...) è un uomo non più giovane, vive una vita solitaria e tranquilla nella sua casa tradizionale su due piani, lavora come addetto alle pulizie nei bagni pubblici di Tokyo e con senso civico tutto nipponico pulisce i bagni come se fossero quelli di casa sua; la sua è una esistenza dettata sempre dagli stessi gesti, gli stessi ritmi, una metodicità che gli fa ripetere quasi meccanicamente i gesti che scandiscono la sua giornata e il tempo che passa: la sveglia presto, anticipata dal rumore della ramazza che pulisce il marciapiede, il futon piegato ad arte e messo a posto, il segnalibro infilato tra le pagine , l'igiene personale , il taglio della barba, la vestizione , l'acqua alle piante, la colazione consumata alla macchinetta automatica proprio fuori casa e il furgoncino parcheggiato lì accanto nel quale appena sale inserisce una musicassetta; Hirayamo è un uomo vecchio stampo, sembra quasi che scientemente abbia deciso di vivere in una epoca che non è quella contemporanea: telefonino di quello con i tasti, niente digitalizzazione, musica ascoltata attraverso le cassette appunto, niente e-book ma il classico e frusciante libro di carta che ogni settimana cambia dopo averlo finito di leggere, e le sue letture sono Patricia Highsmith e Faulkner, bicicletta per muoversi, andare ai bagni pubblici o , in giorni stabiliti, al bar o al ristorante.
Insomma una metodicità che rende la sua vita tranquilla e sicura, priva di contrattempi, per lo meno fino a quando il mondo che ruota intorno a lui, e che non sembra avere la classica e proverbiale caoticità che contraddistingue sempre nel Cinema Tokyo, così come la aveva descritta Wenders stesso in Tokyo-Ga, non porta qualche imprevisto sia esso un misterioso giocatore col quale inizia una partita su un foglietto di carta lasciato in un bagno, oppure una chiusura improvvisa del bar, o l'arrivo della nipote, una giovane che si rifugia da lui dopo essere scappata di casa.

lunedì 8 gennaio 2024

Foglie al vento ( Aki Kaurismaki , 2023 )

 




Fallen Leaves (2023) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Sei anni dopo il suo ultimo lavoro  Aki Kaurismaki presenta a Cannes Foglie al vento, aggiudicandosi il Premio della Giuria e risultando uno dei film più osannati dalla critica; anche con quest'ultima opera il regista finlandese sembra confermare la tendenza emersa nell'ultimo ventennio a diradare le uscite delle sue pellicole, attese sempre con grande partecipazione della folta schiera di estimatori di tutto il mondo: tutto ciò non deve stupire perchè Kaurismaki dietro alcuni tratti dei suoi racconti che sembrano sfiorare il surreale, ha la straordinaria capacità di saper raccontare delle storie cariche di umanità e di compassione analizzando i destini umani all'interno della società.
In Foglie al vento abbiamo come protagonisti una donna, Ansa, che lavora in un supermercato, conduce una vita quasi monacale salvo qualche rara uscita con due colleghe in qualche balera di terz'ordine, ancora spera di trovare l'amore sebbene ormai non può dirsi certo più una giovincella e inorridita dall'idea di dover buttare i cibi in scadenza nel negozio non si tira indietro quando qualche poveraccio viene a fare l'elemosina presso i secchi della spazzatura nè tanto meno di portarsi a casa qualche alimento per la cena, motivo questo che le causerà il licenziamento.



Dall'altra parte abbiamo Holappa, un operaio ubriacone, anch'esso una anima sola , che in seguito ad un incidente sul posto di lavoro viene licenziato perchè trovato positivo all'alcool test; anch'esso frequenta le balere in cerca forse di qualche avventura o forse di qualcosa di più profondo o semplicemente di un po' di calore umano che riempia la sua solitudine.
In uno di questi locali i due si incrociano e si notano , per poi ritrovarsi qualche giorno dopo, vanno al cinema , ma poi lui perde il numero di telefono di lei e quindi sarà solo il caso a farli rincontrare e frequentare.
Una banale storia d'amore tra due disperati? No, perchè dietro l'incontro tra Ansa e Holappa c'è molto di più, c'è una poetica ermetica ma al tempo stesso luminosissima ed emozionate, c'è un destino che compare come un refolo di vento che si porta via un bigliettino oppure come un cagnolino che va a riempire le serate solitarie di Ansa, oppure un tram sferragliante che sembra volere spezzare un amore che nasce.
Ma soprattutto c'è un ritratto di umanità folgorante, intimo e al contempo grandioso, una storia piccola ricca di silenzi con pochi gesti dalla quale però emerge una forza propulsiva grandiosa; c'è una umanità di presunti perdenti che sembrano essere respinti dall'ambiente sociale in cui vivono, sui quali incombe la perenne crisi economica, la precarietà del lavoro e la guerra in Ucraina che riempie i giornali radio.

domenica 7 gennaio 2024

May December ( Todd Haynes , 2023 )

 




May December (2023) on IMDb
Giudizio: 8/10

Ispirato ad un fatto realmente avvenuto nel 1997 in America in cui una donna matura fu accusata e processata per aver stretto una relazione illecita con un minorenne di 12 anni, sceneggiato da Samy Burch su un soggetto dello stesso e di Alex Mechanik, May December ( modo di dire tipicamente americano ad indicare una coppia in cui esiste una grossa differenza di età) segna il ritorno al cinema di finzione di Todd Haynes dopo la parentesi documentaristica del 2021 sui Velvet Underground, uno dei gruppi musicali storici della scena rock a partire da metà degli anni 60.
Siamo a Savannah nel 2015 , la scena iniziale del film ci mostra una classico spaccato di vita americana: barbecue nel giardino, hot dog che cuociono, le donne che finiscono di preparare da mangiare, il drink che accompagna le chiacchiere; Gracie è la padrona di casa, una donna ancor bella nonostante ormai l'età cominci a lasciare dei segni,  il marito Joe che armeggia al barbecue è molto più giovane di lei; la coppia ha anche tre figli, uno al college e altri due gemelli che debbono ottenere il dipoloma di high school a breve.
Un quadro molto famigliare, convenzionale, tipico di quell'America della mid class che tante volte vediamo rappresentata nei film.
In effetti però , e questo lo veniamo a sapere subito, la coppia suscitò uno scandalo clamoroso quasi vent'anni prima quando lei, allora ultratrentenne e sposata con un figlio intraprese una relazione sessuale con Joe, allora tredicenne e compagno di classe del figlio; lei finì addirittura in galera dove partorì il primo figlio della coppia che da allora aveva vissuto insieme e si era sposata.



A ridestare l'interesse per questo caso che tutta l'America seguì morbosamente è l'arrivo di Elizabeth , una nota attrice hollywoodiana, designata ad interpretare Gracie in un film di prossima produzione proprio sul fatto che suscitò scandalo venti anni prima, intenzionata a studiare e conoscere la donna per poter al meglio interpretarla.
Gracie, seppur con formale gentilezza, non mostra particolare simpatia per l'attrice , temendo forse che la sua figura possa venire in qualche modo stravolta nel film, e ancor più diventa meno cordiale quando scopre che Elizabeth cerca di intrufolarsi nella sua vita andando a raccogliere informazioni dal suo datore di lavoro dell'epoca , un proprietario di un negozio per animali, dove i due consumavano i loro incontri, dal primo marito, dall'avvocato che la difese al processo e , grazie ad un incontro casuale , dal figlio avuto da Gracie nel primo matrimonio, un musicista un po' sui generis e tutt'altro che equilibrato.
Naturalmente anche Joe entrerà nell'"indagine" che Elizabeth ha messo in piedi, e sarà colui che maggiormente lascerà intendere quanto quella esperienza abbia cambiato la sua vita in maniera irreversibile.
Il film dopo avere messo in tavola le carte (quindi non ci sono misteri da scoprire o enigmi da svelare) inizia un lento percorso che ruota intorno ai personaggi, utilizzando la figura di Elizabeth come una sorta di esploratore che con la sua indagine a scopo professionale porta però lentamente ma inesorabilmente a galla molte cose sepolte e nascoste nel passato dei vari personaggi, e al contempo ci mostra la stessa Elizabeth sempre più interessata alla coppia stavolta non più soltanto per un aspetto professionale, quanto per una sorta di attrazione magnetica in un gorgo in cui il concetto di potere, di sottomissione, di menzogna e di manipolazione, di rimosso, di rancore sopito crea una miscela rimasta sotto traccia per tanto ma pronta ad esplodere (come in un certo senso avverrà...).

sabato 6 gennaio 2024

In Water ( Hong Sangsoo , 2023 )

 




In Water (2023) on IMDb
Giudizio: 7/10

E' dal 2017 che il regista coreano  Hong Sangsoo , con puntualità incrollabile , presenta i suoi ormai abituali due film a stagione, tutti rigorosamente attraverso gli schermi dei maggiori festival europei, soprattutto quello di Berlino, spesso e volentieri ricambiato da premi e riconoscimenti vari.
E' vero che Hong è sempre stato uno dei meno "coreani " tra i registi del suo paese per le chiare influenze subite soprattutto dagli autori francesi della Novelle Vague, ma altrettanto vero è che ormai gode in Europa di grande stima e di una larga schiera di aficionados che attendono i suoi nuovi lavori come un appuntamento fisso dell'annata cinematografica.
In Water è il primo dei due film diretti quest'anno da Hong, presentato alla Berlinale, mentre qualche mese dopo a Cannes si è potuto vedere il secondo film dell'annata , In Our Days; e come spesso avviene, nonostante sembri raccontare sempre la stessa storia e nello stesso modo, questo lavoro mostra svariati aspetti nuovi sia dal punto di vista narrativo che tecnico.



L'aver ridotto la durata del film a poco più di un'ora, quasi quella di un mediometraggio, l'aver scelto un racconto ancor più minimalista del consueto e soprattutto l'avere optato per una scelta tecnica di ripresa che ha condizionato anche il suo abituale stile, possa quasi far pensare ad un viraggio verso un cinema più sperimentale, di fatto alla fine del film ci troviamo sempre di fronte alle riflessioni sul ruolo del cinema e dei suoi protagonisti, regista in primis.
Il racconto si svolge nell'arco di pochi giorni in una località balneare dove un attore che vuole cimentarsi nella regia e la sua mini troupe composta da una attrice e da un operatore alloggiano nell'attesa di girare qualcosa che però il regista non sa ancora cosa  possa essere; per trovare ispirazione i tre girovagano per le strade e lungo il mare aspettando l'ispirazione del regista, guardano i muri a secco, osservano l'ambiente che li circonda, passeggiano in riva al mare, ipotizzano come potrebbero essere le riprese in base alla lucee alle ombre.
Da buona troupe squattrinata il regista non può permettersi altro che cibi da asporto o pizze, mancano persino le proverbiali bevute di soju, ma non mancano invece le discussioni sul cinema e sul ruolo del regista e dell'attore; finalmente una mattina il regista nel vedere una ragazza che raccoglie immondizia dagli scogli ha la giusta ispirazione e così il giorno dopo si può girare la scena.
Se nella sostanza In Water prosegue nell'ormai interminabile riflessione di Hong sulla figura del regista e sul cinema in generale che prosegue da decenni, nella quale è chiarissimo il riferimento autobiografico, è anche vero che soprattutto dal punto di vista tecnico il film presenta della novità che meritano di essere interpretate: in alcune scene, tipicamente a quadro fisso come è tipico in Hong, soprattutto in esterni, le immagini appaiono sfocate, creando quello trano fenomeno come se si guardasse da dentro l'acqua quello che c'è fuori; in conseguenza di ciò le zoommate tipiche del cinema del regista coreano sono ridotte proprio in considerazione di questa scelta di ripresa.
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